La regione di Tignale è un vero eldorado per i mountainbiker. Le sue montagne, situate nel Parco dell¹Alto Garda Bresciano, sono solcate da innumerevoli strade militari e vecchi sentieri su cui non troverete anima viva e dove poter vivere appieno la mountainbike nella natura, con
incantevoli scorci sul Lago di Garda. Politicamente questa regione ha fatto parte per almeno un millennio all'area di influenza trentino-austriaca. Essa rimase infatti territorio straniero in terra veneta fino alla Prima Guerra Mondiale. Fu dunque terra di confine, e molti furono gli eserciti che transitarono nei secoli: le truppe del Barbarossa nel XII° secolo, quelle veneziane, imperiali e i lanzichenecchi nel XVI° secolo, i francesi nel
periodo napoleonico, i garibaldini nell'800. I biker usufruiscono oggi della fitta rete viaria che si trova in queste montagne.
Nel territorio del Parco dell'Alto Garda Bresciano si distinguono due diverse realtà territoriali: la Riviera del Garda con le sue caratteristiche climatiche e vegetazionali di impronta mediterranea e l'entroterra montano che sfiora i duemila metri di quota. Si va dai 65 metri di altitudine del lago ai 1975 metri del Monte Caplone, rendendo così possibile l'esistenza di una grande biodiversità, sia a livello vegetale che animale. A pochi chilometri di distanza in linea d'aria si passa dalle limonaie e dalle formazioni vegetali tipiche del Mediterraneo ai boschi di carpini e querce e, più in alto, a splendide faggete e mughete.
Il nostro percorso si snoda in gran parte su quello della Granfondo del Parco Alto Garda, che quest¹anno, l¹8 luglio, giunge alla sua terza edizione. La gara, però, non passa sul bellissimo ma stretto singletrack della Cima di Tignalga, e aggiunge un anello che dal Passo di Scarpapè passa al rifugio Cima Rest, per poi percorrere in senso opposto al nostro il tratto della Cima Piemp, da cui scende a Gardola.Proprio da Gardola partiamo noi, in salita, in direzione rifugio Piemp. Non fatevi ingannare dal nome, perché il rifugio è privato e dunque non offre la possibilità di rifocillarsi. Il panorama che si può ammirare dalla sua terrazza merita però una sosta. Considerate che sarete da soli, a parte durante i weekend.
Se avete appetito già adesso vi auguriamo di esservi portati un pranzo al sacco nello zaino, altrimenti dovrete aspettare a lungo prima di mettere qualcosa sotto i denti. Se poi conosceste che specialità gastronomiche vi attendono nei ristoranti della zona non arrivereste a fine giro tanto avrete fame. Cominciando dalla formagella di Tremosine, prodotta nelle malghe disseminate nel territorio su cui giriamo in mtb, passando per la polenta taragna con suoi formaggi freschi, gustandosi il tartufo gardesano e finendo con una grappa rugiada delle Alpi per dare una mano alla digestione, la gastronomia della zona merita una visita da sola, anche senza bicicletta. Quest¹ultima è però consigliata per bruciare le calorie accumulate durante i pasti.
Torniamo in sella e partiamo in salita da Gardola. La strada è completamente in mezzo ai boschi, assicurando una gradevole frescura anche se il sole
estivo dovesse bombardarvi con tutta la sua forza. Presso il Dosso Piemp inizia una lunga cavalcata sul versante opposto a quello del lago, nei
grandiosi boschi della foresta demaniale gardesana occidentale, la più estesa di tutta la Lombardia. La strada sterrata, in leggera salita, rimane
in costa per diversi chilometri fino ad arrivare al Passo d¹Ere. Da qui, se si vuole, si può optare per un giro più breve e tornare a Gardola
transitando per il Passo della Colomba, la Bocca di Paolone ed il Passo di Fobia e seguendo successivamente il segnavia numero 253 e poi il 251, in discesa.
Noi proseguiamo quasi in piano fino al Passo di Scarpapè, dove parte la discesa più facile per chi non se la sentisse di pedalare sugli infiniti tornantini del sentiero che scende dalla Cima di Tignalga. Il sentiero 257 che scende attraverso al Valle di Tignalga è stato rimesso a posto qualche anno fa, dopo anni di abbandono in cui i solchi lasciati dalle moto da cross che lo percorrevano in salita lo avevano reso quasi impercorribile in bicicletta. Ora è fattibile anche in salita, come si nota anche dal percorso della Granfondo Parco del Garda. Soprattutto nella parte alta il tracciato è
molto spettacolare e di sicura soddisfazione. Ma non saprete mai cosa vi siete persi sulla Cima di Tignalga.
Fra il Passo di Scarpapè e l¹inizio della discesa si trova il pezzo più duro della salita: 200 metri di dislivello su uno sviluppo di poco più di un chilometro, su fondo erboso e completamente al sole. Questa vecchia carrareccia militare, col passare degli anni, è diventata parte integrante del territorio e, dopo il passaggio sul Passo Puria, si inerpica sulla cresta dell'omonimo monte, con una vista grandiosa sull'intera regione del
Garda. Se si è bene allenati si potrà fare tutta la salita in sella, spingere non è però una disgrazia, data la bellezza del posto che merita una lunga contemplazione.
Contemplazione che al più tardi sotto la Cima di Tignalga, prima di iniziare la discesa, va fatta comunque. Tirate fuori le barrette energetiche, i panini al salame o anche solo la borraccia, sedetevi e guardatevi attorno per qualche minuto. Osservate soprattutto quel sentierino che si snoda pazientemente sotto i vostri piedi, curva dopo curva, sul ripido versante est. Tecnicamente non difficile, se si escludono i tornantini stretti, questo stupendo singletrack con il segnavia 254 sembrerà non finire mai, soprattutto se non siete in giornata e non imbroccate l'entrata delle serpentine.
Sono circa 800 metri di dislivello da antologia della mountain bike, bellissimi e da godere in ogni centimetro. Sembra di essere in una parte del mondo dimenticata da Dio, lontani mille miglia dal clamore del lago e da ogni centro abitato. Curva verso destra, curva verso sinistra. Bilancio il peso verso sinistra, verso destra, un colpo di pedale per uscire dalla posizione di stallo, una breve frenata per entrare nella curva con la velocità giusta, una breve occhiata a come continua il sentiero e via senza lasciare un segno sul fondo boschivo. Una vera danza su due ruote. Se non sapete ballare, imparerete qui, per forza di cose.
INFO PERCORSO
Lunghezza: 28 km
Dislivello: 1300 metri
Periodo migliore: Maggio - Novembre
Difficoltà: difficile (medio se si scende attraverso la Valle Tignalga)
Roadbook: Tignale (Gardola) – Olzano – Casa del Bosco – Rifugio Dosso Piemp – seguire strada sterrata con segnavia 253 e poi 258 fino al Passo d'Ere – Passo di Scarpape – Passo della Puria (segnavia 254) – Cima di Tignalga – sentiero in discesa con tante serpentine (sempre segnavia 254) – arrivo sulla SP 38 – Prabione – Gardola Alternativa più facile: dal Passo di Scarpapè scendere attraverso la Valle di Tignalga seguendo il segnavia 257. Il sentiero è stato rimesso a posto dopo anni di abbandono, tanto che la Granfondo lo usa in salita. Arrivati sulla strada provinciale svoltare a destra per tornare al punto di partenza, Gardola.